Il secondo corso di speleologia urbana
 chiude... in Romagna


Una gita di studio per allievi, iscritti e simpatizzanti ha concluso in bellezza il 2° corso di speleologia urbana nei giorni di sabato 8 e domenica 9 aprile 1995.
Ottima l'occasione per socializzare tra vecchi e nuovi amici, per trascorrere due giornate in allegria e soprattutto per apprendere qualcosa in più sulla speleologia urbana e non.

1° tappa - sabato 8 aprile: le Grotte di Sant'Arcangelo di Romagna

Sant'Arcangelo sorge arroccata su un colle, il “Mons Jovis”, tra le valli dell'Uso e del Marecchia.
Conserva intatto il grande fascino dell'impianto urbano medioevale che si dipana con strette e tortuose stradine fino alla sommità del paese.Un'attrattiva di singolare interesse è costituita da una vasta rete di ipogei, detti impropriamente “grotte”, esistenti sotto il centro storico.L'origine e la funzione di questa vera e propria città sotterranea, scavata nel tufo e nell'argilla del Monte di Giove, sono ancora avvolti nel
  mistero. L’ipogeo di piazza delle Monache (pianta) e, a destra, quello di via dei Nobili (pianta e sezione). 
 Di planimetria talvolta anche molto complessa, secondo alcuni studiosi erano un insieme di basilichette e oratori rupestri di monaci basiliani, mentre altri le fanno risalire intorno al XV secolo per essere utilizzate come magazzini o cantine, anche se tale ipotesi sembra spesso contrastare con la complessità delle loro strutture.

- Le “Grotte” di Piazza delle Monache.
Accompagnati da Paola Pasini, simpatica guida inviataci dall'agenzia “AR.TU” di Gradara, iniziamo la visita dell'ipogeo a cui si accede dalla Piazza delle Monache, scavato alla quota più alta del centro abitato, di pertinenza al convento di clausura.
Si tratta di un lungo corridoio di accesso discendente, privo di nicchie laterali, che termina in una sala circolare adorna di nove nicchie a pianta rettangolare che si aprono sul perimetro della circonferenza.
Otto pilastri a forma trapezia definiscono un anello interno e uno esterno che ruota intorno ad un grosso sostegno centrale a sezione circolare intaccato sugli assi di simmetria, rispetto al corridoio di accesso, da piccole nicchie absidali.
L'effetto strutturale di questa sala a impianto centrale è di grande complessità e dinamismo e richiama alla mente le grandi architetture di Ravenna a cui è facile pensare per la vicinanza geografica.

- Le “Grotte” di Via dei Nobili

Di tipologia diversa, costituite da una struttura a pettine formata da un corridoio centrale con le celle situate sui due lati, le grotte di via dei Nobili ci offrono un altro degli aspetti caratteristici degli ipogei di Sant'Arcangelo, anche se gli attuali proprietari le hanno in un certo senso snaturate riempiendo ogni nicchia ed ogni spazio con quadri, ritagli di stampa, fotografie e amenità varie.

 2° tappa - domenica 9 aprile: la Valconca e le Grotte di Onferno

Un saliscendi per le verdi colline della Valconca tra rustici casolari e piccoli centri arroccati sull'alto dei colli, ci porta nella mattinata a Gemmano e nella riserva naturale di Onferno ove si aprono le omonime grotte.
La grotta di Onferno può ritenersi una delle più importanti grotte italiane nei gessi, il complesso carsico si apre infatti in un grande affioramento di gesso selenitico grigio del messiniano inferiore. In questa formazione rocciosa un piccolo torrente ha scavato i meandri e le sale sotterranee della grotta, abbelliti da caratteristici “mammelloni” di gesso. La cavità è munita di inghiottitoio e risorgente,cioè di una entrata e di una uscita che permettono di attraversare tutto il complesso
 sotterraneo.Di particolare interesse la fauna cavernicola che dimora nella grotta, tra cui una popolosa colonia di pipistrelli in cui sono rappresentate tutte le specie presenti in Emilia-Romagna
  con alcuni esemplari anche particolarmente rari. Questi mammiferi stanno diventando sempre più rari e il valore scientifico delle comunità della grotta di Onferno è elevatissimo. Nella cavità sono state riscontrate sei specie di chirotteri appartenenti alle famiglie dei “Rhinolophidae e dei “Vespertiglionidae”.Si tratta della massima diversità riscontrata in ambiente ipogeo naturale in territorio romagnolo.
- Rhinolophidae: Rinolofo minore; Rinolofo maggiore; Rinolofo euriale.
- Vespertiglionidae: Vespertiglio maggiore; Vespertiglio di Monticelli; Miniottero.
La grande colonia della grotta di Onferno annovera oggi circa 2.500 esemplari, mentre alla fine degli anni '60 erano presenti 7/8.000 unità.

Fatta la conoscenza con i gessi romagnoli e i chirotteri di Onferno si conclude con interesse e soddisfazione la visita di studio e altre esplorazioni di tipo... gastronomico attendono i nostri amici in quel di Gemmano con piena soddisfazione per tutti.
Arrivederci al prossimo corso!
Nevio Basezzi