1° tappa - sabato 8 aprile: le Grotte di Sant'Arcangelo di Romagna
Sant'Arcangelo sorge arroccata su un colle,
il Mons Jovis, tra le valli dell'Uso e del Marecchia.
Conserva intatto il grande fascino dell'impianto
urbano medioevale che si dipana con strette e tortuose stradine fino alla
sommità del paese.Un'attrattiva di singolare interesse è
costituita da una vasta rete di ipogei, detti impropriamente grotte,
esistenti sotto il centro storico.L'origine e la funzione di questa vera
e propria città sotterranea, scavata nel tufo e nell'argilla del
Monte di Giove, sono ancora avvolti nel
mistero. Lipogeo di piazza delle Monache (pianta) e, a destra, quello di via dei Nobili (pianta e sezione). |
- Le Grotte di Piazza delle
Monache.
Accompagnati da Paola Pasini, simpatica
guida inviataci dall'agenzia AR.TU di Gradara, iniziamo la visita dell'ipogeo
a cui si accede dalla Piazza delle Monache, scavato alla quota più
alta del centro abitato, di pertinenza al convento di clausura.
Si tratta di un lungo corridoio di accesso
discendente, privo di nicchie laterali, che termina in una sala circolare
adorna di nove nicchie a pianta rettangolare che si aprono sul perimetro
della circonferenza.
Otto pilastri a forma trapezia definiscono
un anello interno e uno esterno che ruota intorno ad un grosso sostegno
centrale a sezione circolare intaccato sugli assi di simmetria, rispetto
al corridoio di accesso, da piccole nicchie absidali.
L'effetto strutturale di questa sala a
impianto centrale è di grande complessità e dinamismo e richiama
alla mente le grandi architetture di Ravenna a cui è facile pensare
per la vicinanza geografica.
- Le Grotte di Via dei Nobili
Di tipologia diversa, costituite da una struttura a pettine formata da un corridoio centrale con le celle situate sui due lati, le grotte di via dei Nobili ci offrono un altro degli aspetti caratteristici degli ipogei di Sant'Arcangelo, anche se gli attuali proprietari le hanno in un certo senso snaturate riempiendo ogni nicchia ed ogni spazio con quadri, ritagli di stampa, fotografie e amenità varie.
2° tappa - domenica 9 aprile: la Valconca e le Grotte di Onferno
Un saliscendi per le verdi colline della
Valconca tra rustici casolari e piccoli centri arroccati sull'alto dei
colli, ci porta nella mattinata a Gemmano e nella riserva naturale di Onferno
ove si aprono le omonime grotte.
La grotta di Onferno può ritenersi
una delle più importanti grotte italiane nei gessi, il complesso
carsico si apre infatti in un grande affioramento di gesso selenitico grigio
del messiniano inferiore. In questa
formazione rocciosa un piccolo torrente ha scavato i meandri e le sale
sotterranee della grotta, abbelliti da caratteristici mammelloni di gesso.
La cavità è munita di inghiottitoio e risorgente,cioè
di una entrata e di una uscita che
permettono di attraversare tutto il complesso
sotterraneo.Di particolare interesse la fauna cavernicola che dimora nella grotta, tra cui una popolosa colonia di pipistrelli in cui sono rappresentate tutte le specie presenti in Emilia-Romagna |
Fatta la conoscenza con i gessi romagnoli
e i chirotteri di Onferno si conclude con interesse e soddisfazione la
visita di studio e altre esplorazioni di tipo... gastronomico attendono
i nostri amici in quel di Gemmano con piena soddisfazione per tutti.
Arrivederci al prossimo corso!
Nevio Basezzi